giovedì 8 ottobre 2009

Foscolo - materiali facoltativi - Ultime lettere di Jacopo Ortis

Ultime lettere di Jacopo Ortis:  Al lettore
Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un monumento alla virtù sconosciuta; e di consecrare alla memoria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro che esigono dagli altri quell'eroismo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, la tua compassione al giovine infelice dal quale potrai forse trarre esempio e conforto.
Lorenzo Alderani
Lorenzo Alderani è un amico di Jacopo ed è colui al quale sono destinate le lettere che costituiscono il romanzo (si tratta, come detto, di un romanzo epistolare). Quello che avete appena letto è l'incipit dell'opera. In esso Foscolo finge che Lorenzo si rivolga al lettore per introdurre la raccolta delle epistole di Jacopo.

Ultime lettere di Jacopo Ortis: 11 Ottobre 1797
Il sacrificio della patria nostra è consumato [1]: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia [2]. Il mio nome è nella lista di proscrizione [3], lo so: ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime [4] mi commetta a chi mi ha tradito [5]? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica [6], dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo [7]; quanti sono dunque gli sventurati? E noi, purtroppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'italiani. Per me segua che può [8]. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da' pochi uomini, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri.
1. mancano pochi giorni al trattato di Campoformio – 17 ottobre 1797
2. per non essere riusciti a costituire un'adeguata opposizione
3. esilio
4. si riferisce agli austriaci
5. si riferisce ai francesi (e al vil baratto di Campoformio)
6. un podere sui Colli Euganei
7. evidentemente Jacopo aveva appena ricevuto da Lorenzo delle notizie preoccupanti
8. accada ciò che deve accadere


Ultime lettere di Jacopo Ortis: 26 Ottobre
La ho veduta, o Lorenzo, la divina fanciulla; e te ne ringrazio. La trovai seduta miniando il proprio ritratto. Si rizzò salutandomi come s'ella mi conoscesse, e ordinò a un servitore che andasse a cercar di suo padre. “Egli non si sperava”, mi diss'ella, “che voi sareste venuto; sarà per la campagna; né starà molto a tornare [1]”. Una ragazzina le corse fra le ginocchia dicendole non so che all'orecchio. “È un amico di Lorenzo, le rispose Teresa, è quello che il babbo andò a trovare l'altr'jeri [2]”. Tornò frattanto il signor T***[3]: m'accoglieva famigliarmente, ringraziandomi che io mi fossi sovvenuto [4] di lui. Teresa intanto, prendendo per mano la sua sorellina, partiva. “Vedete”, mi diss'egli, additandomi le sue figliuole che uscivano dalla stanza; “eccoci tutti”. Proferì, parmi [5], queste parole come se volesse farmi sentire che gli mancava sua moglie. Non la nominò. Si ciarlò lunga pezza [6]. Mentr'io stava per congedarmi [7], tornò Teresa: “Non siamo tanto lontani”, mi disse; “venite qualche sera a veglia con noi [8]”.
Io tornava a casa col cuore in festa. - Che? lo spettacolo della bellezza basta forse ad addormentare in noi tristi mortali tutti i dolori? [9] vedi per me una sorgente di vita: unica certo, e chi sa! fatale. Ma se io sono predestinato ad avere l'anima perpetuamente in tempesta, non è tutt'uno?
1. probabilmente in questo momento si trova in campagna, ma tornerà presto
2. forma grafica ormai desueta per indicare il valore semiconsonantico di "i"
3. evidentemente si vuole omettere (fingere di omettere) il nome di T***
4. ricordato
5. mi parve
6. si chiacchierò a lungo
7. per andar via
8. venite a passare qualche serata con noi
9. viene proposto - in forma di domanda - uno dei concetti cardine della poetica foscoliana: la bellezza come unico conforto al dolore. "L'uomo vive di passioni e di errori e di dolori, solo la bellezza può fugacemente rassenerarlo" (Donadoni).


Buona lettura a tutti i lettori!

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