venerdì 8 febbraio 2008

Documenti - COME E PERCHÉ FINÌ LA SCHIAVITÙ ANTICA - l'ipotesi di M. Bloch


Da M. Bloch, Lavoro e tecnica nel Medioevo, Laterza, Bari 1969.
Marc Bloch (1886 – 1944) è stato uno storico francese e uno dei più grandi medievalisti. Nel 1929 fondò, con Lucien Febvre, le Annales. La sua opera più famosa è La società feudale. Stava lavorando alla sua opera Apologia della Storia quando fu ucciso dalla gestapo.

§ 1 Nel mondo romano dei primi secoli si trovano ovunque degli schiavi: nei campi, nelle botteghe, nelle officine, negli uffici. I ricchi ne mantenevano delle centinaia o delle migliaia; bisognava esser ben povero per non possederne almeno uno. [...] Anche i Germani avevano i loro schiavi, servitori o operai addetti alle colture. L'Europa dei tempi moderni invece, se si escludeva qualche rara eccezione, non ha conosciuto, sul proprio territorio, la schiavitù. Questa trasformazione, una delle più profonde che l'umanità abbia conosciuto, si è operata con grande lentezza, per la sua maggior parte, nel corso dell'alto Medioevo.
§ 2 All'epoca delle invasioni e nei primi tempi dei regni barbarici, vi erano ancora, in tutta Europa, molti schiavi [...]. La gran fonte della schiavitù era sempre stata la guerra.
[...] In quanto agli stessi invasori [i cosiddetti “barbari”], noi sappiamo che essi ridussero in schiavitù un gran numero di abitanti della Romania di ogni rango. [...].
Il guerriero che con la sua spada guadagnava dei prigionieri in gran numero, non li teneva tutti al suo seguito; il principale profitto che egli ne attendeva era quello di farne commercio. Persino dei barbari venivano ad offrire, sul territorio rimasto romano, degli schiavi di sangue romano. La cosa era tanto frequente che, nel 409, una legge imperiale non poté che riconoscere la validità di queste vendite - con la riserva tuttavia che lo schiavo potesse sempre riscattare la sua libertà.
[...] Più tardi Gregorio Magno [Gregorio I, papa dal 590 al 604, difese Roma dai longobardi e fu partecipe della loro conversione] poté vedere i Longobardi condurre via, “con la corda al collo, come dei cani”, i prigionieri che essi avevano fatti nel corso di una spedizione contro Roma e per i quali essi pensavano di trovare compratori nel regno dei Franchi.
[...]. Mentre nel I secolo dell'era cristiana Plinio il Giovane si lamentava che la mano d'opera servile si rarefacesse, mentre, ancora nel II secolo, lo schiavo costava abbastanza caro, all'inizio del Medioevo la merce umana ritornava ad essere abbondante e a prezzo accessibile.
Il commercio di essa proseguì assai attivamente durante tutto il periodo dei regni barbari e sino all'epoca carolingia.
[...]
A guardare però la cosa da vicino, sintomi assai chiari attestano che, già dal IX secolo, la schiavitù era lungi dall'occupare nelle società europee un posto paragonabile a quello che aveva occupato in precedenza. Per comprendere e pesare questi segni di decadenza, occorre innanzitutto sforzarsi di tracciare le vicissitudini che, dopo la fine dell'epoca romana, conobbe l'utilizzazione economica della mano d'opera servile.
§ 3 Quali considerazioni dunque avevano indotto i possessori di schiavi, che disponevano di tenute così vaste, a preferire ormai il sistema indiretto della corvée al metodo in apparenza più pratico, dell'utilizzazione diretta del bestiame umano?.
In tutte le società che hanno fatto uso del lavoro servile [ossia di schiavi, in latino seruus], su larga scala e nella sua forma più semplice [...] l'impiego di esso ha corrisposto a delle condizioni sempre analoghe, che la sua stessa natura imponeva in maniera imperiosa. Lo schiavo è un cattivo lavoratore; ovunque il suo rendimento è stato valutato abbastanza basso. Inoltre esso rappresenta un capitale essenzialmente deperibile. [Bloch introduce un paragone esemplificativo con il “presente”:] L'imprenditore che, oggi, si veda privato, in seguito a morte o a malattia, di un operaio, troverà forse qualche difficoltà a sostituirlo, se il mercato della mano d'opera è sfavorevole; se però arriva a sostituirlo, non avrà subìto perdita alcuna, in quanto il salario, chiunque sia l'uomo, rimane eguale a se stesso. Al contrario il padrone, il cui schiavo moriva, si ammalava o semplicemente invecchiava, doveva comprarne un altro; egli perdeva, al netto, la somma con la quale aveva pagato il primo. [...]
Questi inconvenienti non rivestivano carattere di grande gravità per tutto il tempo che la merce schiavo rimase abbondante e, conseguentemente, a basso prezzo. [...] Tale era lo stato di cose che avevano creato, verso gli inizi dell'era cristiana, tante guerre vittoriosamente portate a termine da Roma. Ben presto però il reclutamento degli schiavi si fece più difficile. Il loro valore si accrebbe. Fu allora che ci si rivolse verso il sistema [...] [del colonato, ossia all’affidamento di terre da coltivare dietro corresponsione di un canone (in denaro, natura, prestazioni d’opera)].
Estratto e adattato da M. Bloch, Lavoro e tecnica nel Medioevo

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