sabato 8 marzo 2008

Lo Studium

Un po' di immagini ad integrazione di quanto visto al Museo Civico Medievale...
(come al solito: fai click sulla miniatura per visualizzare l'immagine ingrandita)

Cominciamo con uno dei "pezzi" più famosi: una formella dell'arca di uno dei più noti dottori di diritto, Giovanni da Legnano (m.1383)

Piazza San Domenico - due tombe di glossatori (in primo piano la tomba di Rolandino de' Passeggeri - sullo sfondo quella di Egidio Foscarari).
La collocazione originaria delle lastre tombali che abbiamo esaminato al museo era molto simile a quella qui rappresentata.


Un altro esempio: l'arca di Odofredo, giurista e glossatore morto nel 1265.


L'arca di Giovanni D'Andrea - in questo caso possiamo osservare un'arca completa (è conservata al Museo Civico Medievale).


La Pietra della Pace (1322) testimonia di una contesa tra gli studenti e il comune di Bologna.





La storia, in breve, è la seguente. Uno studente si innamorò della figlia di un ricco cittadino, rapì la fanciulla, cercò invano di fuggire, fu catturato e fu punito con la morte. L'uccisione dello studente provocò la reazione degli altri scolari che, insieme con molti docenti, decisero di abbandonare la città.
Questa secessione provocò un danno economico a tutti quei bolognesi che traevano guadagno dalla presenza degli studenti: il Senato bolognese cominciò quindi un'opera di mediazione allo scopo di farli ritornare.
La Pietra della Pace, che testimonia appunto di questi eventi e della loro positiva soluzione, rappresenta la figura della Vergine con le braccia protese verso gli studenti, inginocchiati ai suoi piedi. L'immagine evoca quindi la disposizione della città di Bologna ad accogliere benevolmente gli studenti.

venerdì 7 marzo 2008

Un'altra descrizione efficace

Picture from "I promessi sposi" of t...

LA MONACA DI MONZA
Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un' impresssione di bellezza, ma d'una bellezza sbattuta, sfiorita e, direi quasi, scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti, discosto alquanto dal viso; sotto il velo, una bianchissima benda di lino cingeva, fino al mezzo, una fronte di diversa, ma non di inferiore bianchezza; un'altra benda a pieghe circondava il viso, e terminava sotto il mento in un soggolo, che si stendeva alquanto sul petto, a coprire lo scollo d' un nero saio. Ma quella fronte si raggrinzava spesso, come per una contrazione dolorosa; e allora due sopraccigli neri si ravvicinavano , con un rapido movimento. Due occhi, neri neri anch' essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un' investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio; in certi momenti, un attento osservatore avrebbe argomentato che chiedessero affetto, corrispondenza, pietà; altre volte avrebbe creduto coglierci la rivelazione istantanea d' un odio inveterato e compresso, un non so che di minaccioso e di feroce: quando restavano immobili e fissi senza attenzione, chi ci avrebbe immaginata una svogliatezza orgogliosa, chi avrebbe potuto sospettarci il travaglio di un pensiero nascosto, d' una preoccupazione familiare all' animo, e più forte su quello che gli oggetti circostanti. Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d' un roseo sbiadito, pure spiccavano in quel pallore: i loro moti erano, come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni d' espressione e di mistero. La grandezza ben formata della persona scompariva in un certo abbandono del portamento, o compariva sfigurata in certe mosse repentine, irregolari e troppo risolute per una donna, nonchè per una monaca. Nel vestire stesso c'era qua e là qualcosa di studiato e di negletto, che annunziava una monaca singolare: la vita era attillata con una certa cura secolaresca e dalla benda usciva sur una tempia una ciocchettina di neri capelli; cosa che dimostrava o dimenticanza o disprezzo della regola, che prescriveva di tenerli sempre corti, da quando erano stati tagliati, nella cerimonia solenne del vestimento.

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi

Un esempio di testo descrittivo...

Michael Ende - Momo
...che abbiamo già letto e commentato insieme. Un bell'esempio di come un uso sapiente degli aggettivi possa contribuire a rendere una descrizione viva, realistica ed efficace.

Un giorno fra la gente corse voce che da poco tempo qualcuno era venuto ad abitare nelle rovine. Molto giovane, una bambina, si supponeva. Non si poteva dirlo con esattezza perché vestiva in modo abbastanza bizzarro. Si chiamava Momo o qualcosa di simile.
L’aspetto di Momo era davvero insolito e forse poteva allarmare quelle persone che danno molta importanza all’ordine e alla pulizia. Era piccola e magrolina, di modo che, anche con la migliore buona volontà, non si poteva decidere se avesse otto oppure dieci anni. Aveva una testa ricciuta nera come la pece, palesemente mai sfiorata da pettini o forbici.
Aveva grandi vividi meravigliosi occhi del pari neri come la pece, e i piedi dello stesso colore perché andava quasi sempre scalza. Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe, spaiate di colore e di forma e per di più troppo larghe. Perché Momo non possedeva niente all’infuori di quel che trovava qua e là o che le regalavano.
La sottana, che le arrivava alle caviglie, era un complesso di toppe variopinte di tessuti d’ogni genere.
E sopra la gonna portava una vecchia giacca maschile lunga e larga, con le maniche di molto rimboccate ai polsi: Momo non voleva accorciarle perché era previdente e sapeva che sarebbe cresciuta ancora. E chissà se mai avrebbe potuto trovare un’altra giacca così bella e con tante tasche così pratiche.

(M. Ende, Momo)

lunedì 3 marzo 2008

Aggettivo - tabella riassuntiva

Gli aggettivi sono parole che si accompagnano ai nomi e aggiungono informazioni sugli esseri o le cose designati dai nomi. Sono di due tipi: qualificativi e determinativi.
La bimba piange spesso --> La bimba piccola piange spesso
Marco è un ragazzo --> Marco è un ragazzo intelligente
Ho bevuto una spremuta --> Ho bevuto una spremuta freschissima
Puoi passarmi il libro? --> puoi passarmi quel libro?


Articolo - tabella riassuntiva

Gli articoli o sono particelle che si premettono ai nomi per segnalarne il carattere determinatoindeterminato.
I determinativi indicano una cosa come determinata perché già nota a chi parla e a chi ascolta; gli indeterminativi indicano una cosa come indeterminata perché nuova, non ancora nota a chi parla e chi ascolta.


ARTICOLO
tipo
- determinativo
- indeterminativo
- partitivo
aspetto
morfologico
numero
- singolare
- plurale
genere
- maschile
- femminile

domenica 2 marzo 2008

Il nome - tabella riassuntiva

I nomi o sostantivi sono le parole che designano gli esseri e gli oggetti della realtà: tutti quelli che esistono e che riusciamo a pensare, dai più semplici e concreti ai più complessi e astratti.

NOME
significato
- concreto <> astratto
- comune <> proprio
- individuale <> collettivo
- numerabile <> non numerabile(nome-massa)
struttura
- primitivo <> derivato
- alterato
- composto
aspetto
morfologico
numero
- singolare
- plurale
sovrabbondanti, difettivi, invariabili
genere
- maschile
- femminile
mobili, comuni, indipendenti, promiscui