venerdì 25 settembre 2009

Senza titolo (gruppo di Luca T.) - un esercizio di scrittura creativa

Senza Titolo [inserirne uno]

Io sono un ragazzo che conduce una vita modesta. Vivo a Napoli con la mia famiglia cui voglio molto bene. A me piace molto vivere a Napoli. È città è molto bella però in certe zone succedono fatti strani. Ad esempio... omicidi. Gli artefici di questi omicidi sono per la maggior parte i componenti della camorra. Però non mi sarei mai aspettato che quella sera succedesse quello che sto per raccontarvi.
Era una tranquilla serata. Io avevo un appuntamento al solito posto con i soliti amici. Sorridevo tra me e me quasi pregustando la piacevole serata che avrei trascorso. Dal momento che ero in anticipo decisi di fare il giro lungo, per camminare un po’. Ad un tratto vidi una macchina frenare bruscamente davanti a un bar. Alcuni ragazzi scesero.
Ne riconobbi uno. Era un mio vecchio amico che non vedevo più da molto tempo. Pensando di fargli una sorpresa mi appiattii contro un muro. I ragazzi entrarono nel bar e solo in quel momento mi accorsi che erano armati. Sentii degli spari. Mi si gelò il sangue nelle vene, ma molto peggio fu quello che vidi quando mi affacciai alla finestra del bar. Mia sorella e i miei amici erano distesi in un lago di sangue. I ragazzi armati sgommarono via con l’auto sparando all’impazzata.
Corsi a casa e piansi per giorni, senza mai uscire per la paura…
Ma quello che allora non sapevo è che anche il mio ex amico mi aveva visto e riconosciuto. Il mio ex amico Simone Schiavone. Aveva ammazzato mia sorella e tutti i miei amici per dei torti passati.
Quando l'avevo rivisto mi erano tornate in mente tutte le cose che avevamo passato insieme. Da piccoli eravamo ottimi amici, eravamo in classe insieme, non litigavamo mai, andavamo d’accordo su tutto. Tutte le cose che facevo uno le faceva l’altro. Giocavamo a calcio insieme, veniva sempre a casa mia a fare i compiti e a mangiare: eravamo come due fratelli. Alla fine delle elementari, come spesso succede, persi ogni contatto con Simone.
Il giorno che decisi di uscire lo feci per andare al supermercato. Entrai e comprai tutto il necessario come se stessi per partire. All’uscita del supermercato una jeep nera mi si avvicinò e alcune persone mi caricarono in macchina. All’arrivo sapevo già dov’ero. Entrai in un abitazione dove c’erano tutti i responsabili dell’omicidio. Mi dissero che non mi doveva venire in mente di dire alla polizia quello che avevo visto se no sarebbero andati a... trovare la mia famiglia. Poi mi accompagnarono a casa.
Dopo quella visita decisi di scappare in America perché non mi sentivo più sicuro a Napoli. Comprai i biglietti per il viaggio in aereo, mi portai con me la mia famiglia e il giorno stesso partii per l’America.
In aeroporto avevo visto qualcuno che sembrava seguirmi, ma non pensavo a niente di male.
Quando salii in aereo mi accorsi che continuavo a essere seguito da quella persona e mi preoccupai. Il viaggio stava andando bene, ma vedevo sempre quella persona fissarmi. Ad un certo punto quella persona si alzò e mi puntò una pistola alla tempia, creando uno scompiglio generale. Fortunatamente dietro di me c’era un poliziotto che stava andando in America in vacanza, subito tirò una botta sulla nuca all’attentatore. Appena si rialzò era ammanettato per bene,così scoprimmo che era un camorrista a cui era stato ordinato di eliminarmi: fu arrestato e condotto in un carcere americano.
L’aereo atterrò con tutta la mia famiglia sana e salva. Andammo subito alla nuova casa.
In America conducevo una vita normale: mi alzavo, facevo colazione, andavo a lavoro ecc. Ma quando camminavo per strada mi sentivo un po’ osservato e temevo che in mezzo a quella gente che mi guardava ci fosse un camorrista.
Un giorno vidi due bambini che giocavano, poi, quello più grande prese a picchiare quello più piccolo. Quella scena mi fece venire i mente tutti i momenti passati con Simone, e soprattutto, mi fece riflettere, su quella sera. Quello fu il giorno in cui decisi di tornare alla mia amata città, Napoli.
La mia decisione fu molto semplice: volevo fare giustizia e raccontare alla polizia tutto quello che avevo visto quella sciagurata notte di alcuni mesi fa.
Quella sera, in America ci avrò pensato dieci, cento, mille volte. Non riuscivo a darmi pace, avevo anche pensato a quelle minacce di ammazzare la mia famiglia se avessi parlato. Quelle minacce che mi impedirono di riflettere e mi costrinsero a fuggire.
La cosa che mi ha fatto più pensare è che quella notte in quel luogo ho visto ammazzare moltissima gente dal mio amico d’infanzia Simone Schiavone, una persona di cui mi fidavo molto e da cui non mi sarei mai aspettato un simile comportamento. Aveva ammazzato mia sorella e tutti i miei amici. Solo che lui mi aveva visto e allora mi aveva minacciato.
Qua non ho parlato di niente con nessuno, ma finalmente ho deciso di raccontare tutto per fare andare in prigione quei delinquenti.
Mi confidai con la mia famiglia e insieme decidemmo di tornare anche se rischiavamo la vita.
E così tornai a casa, alla mia vecchia casa, appena entrato, la vidi a soqquadro. Immaginavo già chi fosse stato: un’altra minaccia da parte della camorra.
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, presi la macchina, partii e andai al commissariato. Dovetti aspettare un po' in sala d'attesa e la cosa mi fece venire su l’ansia perché avevo lasciato la mia famiglia da sola. Dopo un quarto d’ora circa entrai in un ufficio e ad accogliermi ci fu un poliziotto basso con la barba che mi chiese cosa fosse successo. Io gli raccontai tutto, senza saltare particolari, di quella sera. Lui mi disse di aspettare un attimo che sarebbe arrivato il commissario. Appena entrò mi disse che quello era il caso su cui stavano lavorando da mesi. Allora ci mettemmo d’accordo elaborare un piano. Io sarei stato l’esca e li avrei dovuti incontrare il venerdì seguente in un capannone abbandonato sulla spiaggia. Avrei dovuto pagarli per lasciar stare la mia famiglia. Ovviamente era solo un modo per facilitare le cose alla polizia che si sarebbe sistemata fuori dal capannone per intervenire al momento opportuno.

Per prima cosa riuscii a contattare la camorra. Dissi loro che ci saremo dovuti incontrare venerdì, alle otto di sera, nel capannone vicino alla spiaggia. Aspettai con ansia quel venerdì e ogni volta che mi allontanavo di casa avevo paura che succedesse qualcosa di grave alla mia famiglia. Quel venerdì arrivò, ero teso e avevo molta paura. Erano le otto di sera quando arrivai con la macchina fino alla spiaggia. Scesi e m’incamminai verso il capannone. Arrivato davanti aprii la porta con estrema cautela. Dentro era tutto buio e non vidi gente, ma ad un tratto le luci si accesero e mi trovai davanti il boss Schiavone con i suoi scagnozzi.
Schiavone cominciò a parlare e mi disse:
-Tira fuori i soldi!
Con finta calma aprii la valigetta che avevo con me e dissi:
-Eccoli qui.
Lui li guardò e disse:
-Sono veri!
Cominciai a parlargli della mia offerta:
-Ti darò i soldi se tu lascerai in pace la mia famiglia.
Schiavone ci pensò un attimo e disse:
-Va bene, però hai detto che devo lasciare in pace la tua famiglia, non te!
Detta questa frase Schiamone tirò fuori la pistola e mi sparò. Sentii la pallottola arrivarmi sul petto.
Udito quello sparo la polizia, che nel frattempo si era già piazzata intorno al capannone, entrò e arrestò Schiavone con i suoi scagnozzi.
Mi risvegliai il giorno dopo in ospedale con mio figlio e mia figlia accanto al letto, fu in quel momento che gli chiesi cosa fosse successo. Mi risposero che la pallottola aveva colpito la croce che ho al collo da quando sono nato e che quindi non ero morto, ma solo svenuto per l’impatto.


Autori: Luca Tugnoli, Cevolani Fabio, De Bottis Marcello, Fiorentini Leonardo, Iapichello Alfio

26 commenti :

..FeDe LaMbY.. ha detto...

x me è il + bll d tt ank se nn riesco a capire cm fa il protagonista a decidere d andare in america il giorno dp e d avere già la casa..

Anonimo ha detto...

Secondo me(Leonardo fiorentini) mancano discorsi diretti. Bisognerebbe aggiungere dialoghi, per rendere il racconto più interessante. Comunque la storia mi piace.

Anonimo ha detto...

Secondo me (Leonardo Fiorentini) il titolo ideale potrebbe essere "La camorra può essere sconfitta"

--eLeOnOrA L'aLtRa-- ha detto...

sìsì, bravo bravo, fatti i complimenti da solo!!

MONTE20(17) ha detto...

leo ke titolo brutto x me è meglio "la storia di un uomo"

Andardo ha detto...

X me il testo é molto bll e cm titolo starebbe bn:
"KI HA KIESTO IL PARERE D LEO?????????" XDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXD

beatrice ha detto...

ke storiaaaa cavoli...e kmq meglio cm ha dtt monte20...

fede ha detto...

sisi infatti,molto meglio il titolo di monteventi...poi a voi la scelta...

.:=£Le!=:. ha detto...

anke io preferisco il titolo di monte20 e la storia bellissima!

--eLeOnOrA L'aLtRa-- ha detto...

il titolo di leo fa veramente kagare! meglio quello di monte20. sìsì

il lodi DC del funo ha detto...

qst è il testo + bll d tt avete fatto veramante 1 ottimo lavoro
il titolo potrebbe exere beniximo qll k ha dtt monte


p.s(il titolo d LEO(idolo)fa cagare sul serio...dai leo nn è la peggior figuraccia k ai la peggiore è stata qll dell'america XDXD!!)

andardo ha detto...

concordo purtroppo kon il Lodi

tugno ha detto...

saro' contro tt ma il titolo piu' bello e' quello di leo sicuro!!!!!poi secondo me non e' importante dire km comprano la casa!!!

e andolfi e' meglio se stesse 1 po zitto!!!!

leo fiore ha detto...

Grazie per gli ottimi commenti che avete fatto sul mio titolo. Questo titolo può andare meglio "la disgrazia di nascere a Napoli".
E cmnq il titolo di monte potrebbe andare bn x tt i racconti.
L'America è una monarchia o una repubblica?
Una repubblica .....xdxdxdxdxdxdxdxdxdxdxdxdxd

leo fiore ha detto...

L'inizio del racconto potrebbe essere cosi "Io sono un ragazzo che conduce una vita modesta, vivo a Napoli con la mia famiglia a cui voglio molto bene, mi piace molto vivere a Napoli è una città molto bella però in certe zone succedono fatti strani, ad esempio... omicidi; gli artefici di questi omicidi sono per la maggior parte i componenti della camorra. Però non mi sarei mai aspettato che quella sera succedesse un fatto che mi stravolse la vita.

leo fiore ha detto...

riguardo al discorso della casa si potrebbe agg per esempio "alcuni mesi dopo il trasferimento...ecc.

Andardo ha detto...

secondo me potrebbe andare "UNA STRNA GIORNATA"

--eLeOnOrA L'aLtRa-- ha detto...

"la disgrazia di nascere a napoli" è ankora peggio, e già quello di prima era veramente brtt, umm... ci vuole un titolo ke dia suspace (es: testimone)csì il lettore si kiede: testimone di ke? xk testimone?
ps. nn stavo parlando del testimone di nozze ;D

MONTE20(17) ha detto...

ke ne dite di jon un uomo 1 battaglia oppure ripiego su chuck norris xdxdxdxdxdxdxdxdxd

MONTE20(18) ha detto...

leo comunque 5 a 1 palla al centro

Fra ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
FeDe LaMbY ha detto...

leo x favore,lo dico x te,lascia proporre agli altri i titoli..nn fa prp x te..XP..xò gli incipit t vengono bn dai..
p.s:MONTE BASTA CN CHUCK NORRIS!!!!!!!!!!!!!!!!

Andardo ha detto...

leo nn 6 buono (7-1 palla alcentro)

Anonimo ha detto...

Quella serata di un giorno da cani

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Stefano Maroni ha detto...

I commenti di "anonimo" sono stati cancellati. Se "anonimo" desiderasse intervenire, potrà farlo firmandosi con nome e cognome.
Grazie.
Stefano Maroni

Posta un commento

commenti