martedì 15 gennaio 2008

LE NUOVE “INVASIONI”


Tratto da Jacques Le Goff, La civiltà dell’occidente medievale, Einaudi, Torino 1981 (adattamento)
Jacques Le Goff (Tolone, 1 gennaio 1924) è uno storico francese, fra i più letti e conosciuti in Europa.



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Gli invasori convergono da tutti i punti dell'orizzonte. I più pericolosi giungono per mare, da settentrione e da mezzogiorno.
1. Dal nord
Dal nord arrivano gli Scandinavi, chiamati semplicemente uomini del nord o Normanni, oppure Vichinghi. Prima vengono per predare. Fanno razzia lungo le coste, risalgono fiumi, si avventano sulle ricche abbazie, assediano talvolta le città. Non dobbiamo dimenticare che l'espansione scandinava si estende a est come a ovest.
Gli Svedesi, o Vareghi, colonizzano la Russia, dominando il commercio che la attraversa, forse anche politicamente, facendovi sorgere le prime forme di governo: il cosiddetto Principato di Kiev, verso la fine del IX secolo.
A ovest, i Norvegesi attaccano soprattutto l'Irlanda, i Danesi le regioni delimitate dal Mare del Nord e dalla Manica. Si tratta inizialmente di incursioni e scorrerie. Più tardi, intorno alla seconda metà del IX secolo, come gli altri invasori in altri tempi, pensano a installarsi, a mettere giudizio, a sostituire la razzia con la coltura e il commercio.
Sono soprattutto i Normanni stabiliti nella Gallia settentrionale, (nella regione alla quale daranno il loro nome -Normandia-, dopo che Carlo il Semplice l'ebbe concessa al loro capo Rollone nel 911), che sciameranno in Occidente, lasciandovi segni duraturi. Nel 1066 conquisteranno definitivamente l'Inghilterra, a partire dal 1029 si installeranno nell'Italia Meridionale e in Sicilia, dove fonderanno uno degli stati più originali dell'Occidente medievale. Li vedremo nell'impero bizantino, in Terra Santa all'epoca delle crociate.
2. Dal sud
Dal sud l'attacco viene dai Musulmani, detti anche saraceni, che si erano stabiliti nell’Africa del nord; essi fecero la prima apparizione in Corsica nell'806, poi intrapresero la conquista della Sicilia nell'827 e, in meno di un secolo, se ne impossessarono, a eccezione di alcune sacche rimaste nelle mani dei Bizantini o degli indigeni. Ma tutti i centri importanti erano in loro potere: Palermo (831), Messina (843), Enna (859), Siracusa (878), Taormina (902). Dalla Sicilia si erano lanciati sull'Italia, sia per farvi scorrerie, tra cui la più spettacolare fu il saccheggio di San Pietro a Roma nell'846, sia per costituire delle teste di ponte, come Taranto o Bari, da dove l'imperatore bizantino Basilio I li scacciò nell'880. Intanto all'estremo ovest del Mediterraneo si hanno nuovi attacchi dei Musulmani di Spagna contro la Provenza, la Liguria, la Toscana.
3. Dall'est
Così i mari sembravano sfuggire ai Carolingi mentre essi stabilivano il loro dominio sul continente. E anche sulla terra, una nuova invasione arrivata dall'Asia sembrò minacciarli ad un certo momento: quella degli Ungari.
L'invasione magiara si svolge secondo il solito schema. Nel VII secolo gli Ungari si erano stabiliti nella zona del basso Volga, ma verso la metà del IX secolo la popolazione turca dei Peceneghi invade la zona e spinge verso ovest gli Ungari. A cominciare dall'899 fanno incursioni, portando morte e distruzione, sul Veneto, la Lombardia, la Baviera, la Svezia. All'inizio del X secolo annientano lo stato della Grande Moravia e avanzano ben presto in Alsazia, Lorena, Borgogna, Linguadoca. Fra le loro principali vittime, Pavia, presa nel 924, dove avrebbero incendiato "quarantaquattro chiese" e Verdun, nella Francia del nord, bruciata nel 926. Alcuni anni sono particolarmente disastrosi: il 926, durante il quale seminano la distruzione dalle Ardenne fino a Roma; il 937, in cui devastano gran parte della Germania, della Francia e dell'Italia; il 954, in cui avanzano fino alla Lombardia. Ma nel 955 il re di Germania Ottone I di Sassonia li sbaraglia nella battaglia del Lechfeld, presso Augusta. Il loro slancio è infranto. E completeranno il ciclo storico degli invasori barbarici: rinuncia alle razzie, vita sedentaria (ossia abbandono del nomadismo), cristianizzazione (conversione al cristianesimo). In tal modo nasce l'Ungheria, alla fine del X secolo. Ma l'invasione ungarica ha anzitutto - indirettamente - fatto nascere una nuova potenza in Occidente: quella della dinastia degli Ottoni, che restaura nel 962 il potere imperiale abbandonato dai Carolingi, minati ancor più da decadenza interna che da assalti esterni. La vittoria di Ottone I di Sassonia a Lechfeld, nel 955, lo fa apparire come il nuovo difensore della cristianità.
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