venerdì 27 novembre 2009

Cambio di prospettiva e... adolescenza
Due, anzi...
TRE buoni lavori

Nel lavoro di gruppo che state realizzando  avreste dovuto realizzare siete eravate chiamati a intervenire su un testo in cui la voce narrante è quella di una mamma scontenta della figlia ma consapevole dei propri errori (il brano è Un disastro di figlia). Il vostro compito è era quello di operare una riscrittura del testo sostituendo la voce narrante e adottando la prospettiva della figlia.



A conclusione della prova posto tre dei lavori consegnati. Tre buoni lavori.
Ricordo che un solo gruppo si è avvicinato, senza raggiungerlo, al risultato atteso e che il gruppo in questione è quello degli ormai estinti Volturi.


Il testo di Elonora C.

"C'è da mettere a posto giù... che domani hai la festa!". Oh no! Questo ritornello si ripete circa una volta alla settimana, che due scatole!
Quel giorno mi diressi al piano di sotto come un bradipo alle sei di mattina. Mi misi a lavorare e, come al solito, andai avanti per tutto il pomeriggio. Mia mamma alle nove di sera venne a controllare il mio lavoro: "Ma ti sembra il modo di mettere a posto, questo!? Anche un pirla saprebbe riordinare meglio di te!"
Diventai tutta rossa dalla rabbia, ma non dissi niente e tornai a fare il mio lavoro. Sicuramente avrei finito a mezzanotte: ero furiosa. Non so che cosa mi impedisse di comprendere che lo faceva per il mio bene. Che voleva solo evitare che facessi una brutta figura con le mie amiche.

Il testo che avete appena letto, di Eleonora C., mi è piaciuto e, ne converrete, si tratta di un buono e parsimonioso esempio di come poteva essere sviluppata la consegna.
Quello che state per leggere, di Beatrice G., è un altro ottimo esempio.

Mi sono lanciata nelle grandi pulizie con ardore, piena di buona volontà, anche se avrei preferito rilassarmi guardando la televisione. Ho cercato di fare del mio meglio, ma senza impiegarci troppo tempo. Quindi ho vuotato gli armadi scaricando il contenuto nella camera di mia sorella e ho buttato via tutto quello che non sapevo dove mettere o che non mi serviva. Poi ho chiesto a mia madre se avesse bisogno di aiuto. Dopo aver avuto la risposta ho capito di aver fatto un grande errore a farle questa domanda: mi ha detto di riordinare la biblioteca di casa. Non ce la posso fare. È impossibile, è messa troppo male.
Ma ormai lei mi aveva già affidato questo incarico e non potevo più tornare indietro. A quel punto ho fatto un bel respiro e ho iniziato a pulire.
Prima ho tolto la polvere dai libri, poi ho spolverato gli scaffali. Una volta fatte queste due cose ero così stanca che ho rimesso i libri a casaccio, senza un preciso criterio. Finito tutto, sento mia mamma che mi chiama:
- Cosa c'è?
- Questo per te significa riordinare la biblioteca? È addirittura peggio di prima.
- Non è possibile, qualsiasi cosa faccia a te non va mai bene. Io ti aiuto sempre e tu invece sai solo lamentarti.
- Non è vero che non mi va mai bene niente. Sei tu che non fai mai qualcosa di fatto bene.
Fa una pausa, ma poi riprende ad urlare.
- Se non sapevi come riordinare, potevi chiedermelo.
Non dico niente. Sono furente. Io sono sicura che se glielo avessi chiesto lei mi avrebbe detto di arrangiarmi. Sono al punto massimo della rabbia. Vado in camera mia, sbatto la porta, la chiudo a chiave e mi stendo sul letto. Poi inizio a lanciare con forza tutto quello che vedo davanti a me. Mi aiuta a sfogarmi. Urlo paio di volte. Poi prendo l'mp3, ascolto un po' di musica per cercare di rilassarmi e vado vicino al termo caldo a guardare il cielo. Penso a tutto quello che vorrei dire a mia madre. A tutto quello che penso di lei e non le dico mai. Non ho il coraggio. Penso che per lei non sia mai abbastanza quello che faccio. Sembra che al posto degli occhi, abbia due microscopi giganti, che ingrandiscono cento volte qualsiasi imperfezione, dilatandola oltre ogni limite.
Adesso guardo l'orologio: sono le 20,00. Sono finalmente calma. Rimetto a posto le cose che avevo lanciato e cerco di cancellare dalla mia testa tutto quello che era successo prima. 
Ora non so che fare, non ho fame e non ho voglia di cenare. Sto impalata sulla sedia davanti alla scrivania aspettando che arrivi qualche idea.
Alla fine, dopo 10 minuti, anche se è presto, decido di andare sotto le coperte a dormire, attendendo un altro giorno.

EDIT:
Aggiungo un terzo lavoro, quello di Eleonora C. (detta "l'altra"), perché, se pure consegnato in ritardo, appartiene alla stessa specie dei lavori accolti in questo post.

Un giorno come un altro. Scuola. Casa.
Ma quando arrivò mia madre, questa volta, invece di salutarmi come di solito, appoggiò il giubbotto e andò nello studio. Dopo aver finito di guardare la TV me ne andai in camera mia, tirai fuori dallo zaino il diario con la solita grinta, mi buttai sulla sedia, mi avvicinai alla scrivania e presi il libro dalla libreria. Fu allora che vidi passare mia madre con della roba da buttare, presa da chissà dove.
- Dopo vieni di là, che dobbiamo parlare!
Alzai gli occhi al cielo, spinsi la sedia indietro e mi avviai verso la sala. Lì trovai mia madre che stendeva i panni.
- Perché ti ho chiamato?
La guardai e le dissi - Per il voto di storia? Perché ho la camera in disordine? Perché ieri abbiamo litigato? Perché l'altra settimana sono arrivata in ritardo?...- continuai a elencare le possibili motivazioni per almeno 10 minuti - Ma mi stai ascoltando!? - le chiesi scocciata.
- Ti sei già risposta da sola!
In effetti sapevo che avrei dovuto rimediare a tutto quell'elenco di cose prima che arrivasse il giorno della festa o sarei rimasta a casa come una fessa. Non potevo certo fuggire dalla finestra! Mi avrebbero sentita rientrare. E poi la mia camera è al secondo piano e... ho poche lenzuola resistenti. Avrei dovuto affrontare la situazione alla mia maniera. Passarono quattro o cinque giorni e avevo portato a casa un 8 in inglese e un 7 in storia. Il pavimento della camera era pulito e senza polvere, il letto rifatto.
- Allora, mamma, posso andare alla festa domani?
- Ok, ma solo perché ti sei impegnata!
Ero stata grande, ce l'avevo fatta!
- Adesso però cerca di mantenere questa situazione se no te la scordi la prossima festa! E cerca anche di cambiare atteggiamento!
Questo significava che avrei dovuto rispondere educatamente, non contraddirla ecc.
Uffa! Tutte le volte che supero con successo un ostacolo se ne crea un altro, più alto e difficile. Chissà, forse non vogliono che la vita mi appaia noiosa!

2 commenti :

Bea ha detto...

modestamente devo dire ke il mio lavoro è proprio bello...xdxdxd
ho superato leo!!! ke bella senzazione!!!

.: eLe_kAPpa=:. ha detto...

i volturi nn sn estinti! sn sl usciti di scena! ke bei tempi quelli=( nn avevamo "Bgeorge Bbush" si tava mlt meglio snz di lui!xdxdxd

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