
Che cosa è?
È la parte variabile del discorso che esprime un’azione fatta o subita, uno stato o modo di essere, in una parola un «processo» collocato nella dimensione temporale.
Per questo motivo, e per la ricchezza delle informazioni che comunica, il verbo ha un ruolo fondamentale nel meccanismo della frase (non a caso “verbo” deriva dal latino verbum, che significa «parola»: è la parola per eccellenza). La nostra vita è intessuta di azioni e di sentimenti, che trovano proprio nei verbi lo strumento di espressione privilegiato.
Il verbo ha una flessione molto ricca che si chiama coniugazione.
Quali sono le caratteristiche della coniugazione?
In quanto parte variabile del discorso il verbo è composto da radice e desinenza: cant-o, cant-av-o, cant-are.
Rispetto alle altre parti variabili del discorso la flessione del verbo, che si chiama coniugazione, è molto ricca e ci offre indicazioni su queste categorie grammaticali:
- PERSONA: La prima persona indica chi parla (io, noi); la seconda persona a chi si parla (tu, voi); la terza persona di chi si parla (egli, loro).
- NUMERO: singolare (io, tu, egli) o plurale (noi, voi, essi).
- TEMPO: Indica il momento in cui avviene l'azione (scrivo, scrissi, scriverò). Ci sono tempi semplici e composti. I tempi composti sono quelli formati unendo gli ausiliari essere o avere al participio passato del verbo (es.: ho cantato, siamo andati, avevo studiato).
- MODO: Indica la maniera, il "modo" in cui l’azione del verbo viene espressa. Ci sono quattro modi finiti, che esprimono l’azione in maniera determinata: indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo; e tre modi indefiniti, che esprimono l’azione in maniere indeterminata, senza distinzione di persona: infinito, participio, gerundio.
Tutti i verbi della lingua italiana sono suddivisi in tre coniugazioni sulla base della desinenza dell’infinito presente: -are (I coniugazione); -ere (II coniugazione); -ire (III coniugazione).
La coniugazione ci consente anche di esprimere in diversa maniera la relazione tra l’azione e il soggetto logico (ad esempio: “Luigi mi ha picchiato” oppure “Sono stato picchiato da Luigi”): si parla in questo caso di diàtesi.
Vedi anche: Una tavola per il ripasso dei verbi.
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